Le Professioni per l’Impresa

La crisi colpisce anche i professionisti del Friuli Venezia Giulia. Molti sono i posti a rischio. L’impegno della Regione e i risultati della Legge 13/2004 riassunti dall’assessore regionale Rosolen.

“Il mondo delle professioni, sia ordinistiche che non ordinistiche, è importante per l’economia di oggi. E di questo il mondo delle imprese ne è perfettamente a conoscenza”.

La sottolineatura è del capogruppo del Terziario Avanzato di Confindustria Udine Giovanni Claudio Magon, che ha così aperto, a palazzo Torriani, alla presenza dell’assessore regionale al Lavoro, Università e Ricerca del Friuli Venezia Giulia Alessia Rosolen, la presentazione del volume “Le professioni per l’impresa – Caratteri distintivi, fattori di successo e testimonianze” curato da Claudio Antonelli, presidente di PIU’ (Professioni Intellettuali Unite). L’incontro rientrava nell’ambito di un’iniziativa promossa dal Gruppo Terziario Avanzato di Confindustria Udine.

Per introdurre l’argomento, il membro del Consiglio Direttivo nazionale PIU’, consigliere nazionale AISM e vicepresidente del Collegio Probiviri TP, Giuseppe Carlini, ha quindi ripercorso la storia delle Professioni prevalentemente non Ordinistiche, “nate all’interno delle aziende manifatturiere e del terziario contribuendone allo sviluppo economico e sociale per poi intraprendere un percorso in proprio crescendo ancora e arrivando anch’esse alla stretta strutturale in cui la rincorsa alla domanda globale ha massacrato la qualità dell’offerta innescando la crisi”. Da qui il messaggio di Carlini “ad investire internamente ed esternamente sulla professionalità. Soltanto così si può mantenere il vantaggio competitivo per superare le difficoltà attuali”.

IMG_2004_CustomDal canto suo, l’assessore regionale Rosolen, ha evidenziato come la valorizzazione delle risorse professionali quale fattore di spinta verso l’innovazione e la conoscenza sul territorio sia uno delle direttrici strategiche della Giunta Tondo. In tal senso, la legge regionale n.13 del 2004 sugli interventi in materia di professioni rappresenta un fattore di forte innovatività. Colto? Non del tutto. L’assessore Rosolen ha fornito il quadro di tre anni di operatività della legge: 239 le domande di contributi, di cui 202 finanziate (l’85% del totale) per un impegno della Regione di poco più di 800mila euro. In tutto sono state accolte 157 domande di liberi professionisti per l’avvio dell’attività, 42 per la certificazione qualità dei processi operativi e appena 3 da soggetti svantaggiati. Il 65% delle domande è provenuto da uomini e prevalentemente da ingegneri, geometri, architetti e avvocati. Udine (40%) è risultata la Provincia più attiva nel presentare domande, seguita da Pordenone (27%), Trieste (19%) e Gorizia (14%).

L’assessore Rosolen ha poi ricordato le altre iniziative della Regione a sostegno del mondo professionale, tra cui, ultima in ordine di tempo, il congedo parentale che, in presenza di comprovate esigenze, consenta anche a professioniste e professionisti di conciliare i tempi di vita, lavoro e famiglia.

Alla luce di questo quadro, l’assessore ha concluso il suo intervento elogiando la legge n.13, ma non nascondendo le criticità: “La rivisitazione non è imminente, ma sulle possibili modifiche ci si può lavorare e riflettere. Anche perchè da questa crisi nascerà una nuova società che si troverà comunque ad affrontare le sfide dell’innovazione culturale e della crescita del territorio”.

Da ultimo, Claudio Antonelli, ha presentato il suo libro che riporta riflessioni e testimonianze anche di Roberto Bellini, Angelo Deiana, Bruno Lodi, Giovanbattista Marini, Sergio Meacci, Carlo Notari, Walter Giorgio Scott e Gian Luigi Vecchi.

IMG_1994_Custom“Investire sulle professioni da parte delle imprese è nevralgico per il nostro Paese. La ripresa della nostra economia – ha dichiarato Antonelli – passa per il settore delle conoscenze”.

Anche per questo motivo il volume si rivela uno strumento prezioso per affrontare il percorso verso l’uscita dalla crisi. Non solo. “E’ utile – ha aggiunto l’autore – anche per gettare lo sguardo su quei professionisti della conoscenza, oltre tre milioni di persone, che non sono iscritti agli Ordini professionali. Un mondo di cui si parla ancora troppo poco”.

Antonelli si è quindi rivolto alle imprese: “Il modello dei professionisti, nell’esplicamento della loro attività, va studiato con attenzione e imitato. L’impresa, oggi giorno, non essendo più un monolite ma una virtuosa combinazione di professioni e competenze, deve ispirarsi al reticolo di conoscenze proprio del mondo professionale”.

Nel finale, c’è stato anche il tempo per una valutazione di Antonelli sulla perdita di posti lavoro tra i professionisti stimata da Il Sole 24 Ore in oltre 300mila. “Sono molti di più – ha evidenziato il presidente di Più -. Sono circa 900mila se consideriamo anche i professionisti non iscritti agli Ordini. Anche in Friuli Venezia Giulia la situazione desta preoccupazione. Sono tanti i posti di lavoro a rischio”.